27 giugno 2020

Recensione: "Fidanzati dell'inverno" di Christelle Dabos (L'Attraversaspecchi #1)

Fidanzati dell’inverno
(L’attraversaspecchi #1)
di Christelle Dabos
Edizione e/o
Pagine 382
Euro 11,99 (ebook);  15,90 (cartaceo)
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L’Attraversaspecchi è una saga letteraria in tre volumi che mescola Fantasy, Steampunk e Belle Époque, paragonata dalla stampa francese alle saghe di J.K. Rowling e Philip Pullman. Fa da sfondo un universo composto da 21 arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra. La protagonista, Ofelia, è originaria dell’arca “Anima”; una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra di loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo.
Fidanzati dell’inverno è il primo capitolo di una saga ricca e appassionante che sta conquistando migliaia di lettori giovani e adulti.

E anche io sono caduta nel vortice brulicante di amore e odio per questa chiacchieratissima serie francese! A furia di sentirne parlare mi sono convinta a iniziare il primo capitolo fantasy. Sinceramente, ero attratta come una calamita a un frigo da quel matrimonio di convivenza che viene imposto ai protagonisti; trattasi del mio guilty pleasure preferito, perciò non potevo perdermelo.
Se anche per voi è lo stesso, vi avviso: la parte romantica è appena accenna in queste pagine, e spoiler permettendo, pare ci vorrà un po’ prima di vedere Thorn e Ofelia regalarci qualche momento romance con i controfiocchi!
@Le-delusoire su DeviantArt
Ma andiamo con ordine: Ofelia lavora in un museo su Anima, una della nove Arche in cui è diviso il mondo, dove vivono gli animisti, uomini e donne discendenti di Artemide in grado di leggere più o meno il passato degli oggetti con un semplice tocco delle dita. Avvolta dalla sua sciarpa, con gli occhiali e i guanti, Ofelia è una ragazza tranquilla, timida e goffa, capace anche di attraversare gli specchi. La sua vita scorre placida e tranquilla nel calore generoso e ingombrante della sua rumorosa e abbondante famiglia, fino a quando i genitori non la danno in sposa all’intendente del Polo.
Thorn appartiene alla famiglia dei Draghi, è alto, altissimo, rigido e implacabile. Tutti lo odiano e lui odia tutti, e la prima impressione è che non gliene importi nulla della sua promessa sposa. Si tratta di un’unione di facciata, ovviamente, ma ciò che Ofelia non immagina è che approdata sull’Arca del fidanzato, troverà ad attenderla un’ambiente dove nuotano gli squali più spietati, un mondo dove dietro sorrisi e frasi di circostanza si nascondono arrivisti e cortigiani privi di scrupoli e morale, che riversano sulla fidanzata di Thorn tutte le loro mire arrivistiche.

“Più vi osservo e più la mia prima impressione trova conferma” mugugnò. “Troppo gracile, troppo lenta, troppo coccolata… Non siete fatta per il luogo in cui vi sto portando. Se mi venite dietro non supererete l’inverno, fate voi.”
Ofelia sostenne il suo sguardo insistito, uno sguardo di ferro, uno sguardo di sfida. Le tornarono in mente le parole del prozio mentre gli rispondeva: “Voi non mi conoscete, signore.”

La prima impressione che ho avuto è che immergersi nell’atmosfera generale della storia  è come guardare un film dello Studio Ghibli: non sai cosa accadrà, ma sai che sarà fantastico e sopra le righe e visivamente accattivante, ti sorprenderà e sarà impossibile smettere di leggere. Uno stile davvero ammaliante, ricercato eppure semplice, la Dabos cattura nella rete il lettore e non lo lascia più andare. Credo che il world building sia un altro punto di forza della serie, e il motivo principale della sua famosa reputazione tra i lettori: le Arche, agli spiriti di famiglia, le Bestie, gli Animisti, i Nichilisti, i Miraggi… insomma, ogni tassello conduce a novità davvero entusiasmanti.
I personaggi secondari sono tutti… una manica di matti! A partire da Berenilde, la zia di Thorn, per finire con Archibald, l’ambasciatore; ognuno si muove e parla in un modo – un tantino stereotipato, forse – e intendono tutt’altro. La povera Ofelia dovrà giostrarsi tra intrighi di corte e ambizioni personali, e non sarà affatto facile per lei!
Ofelia merita un discorso a parte. Non ho capito se mi è piaciuta o meno. Ci ho pensato un po’ dopo aver terminato la lettura e ho compreso che è come se fosse assente per tutta la durata del libro. Lei subisce gli avvenimenti proprio come noi lettori, e nel viaggio impariamo a conoscere tutti gli altri personaggi, Thorn soprattutto, ma di Ofelia non sentiamo la voce. Va bene che lei sia riservata, va bene che sia goffa, un’anima semplice… ma subisce troppo. Subisce le scelte della famiglia, poi quelle del fidanzato e poi ancora quelle della zia e della corte. Viene minacciata, picchiata, costretta a fare da servetta, viene umiliata, sfruttata e lei non combatte. Non dico che doveva ribellarsi e fare scenate, ma nemmeno che stesse zitta subendo ogni maldicenza e cattiveria! Ammette di essere forte, a parole, ma questa forza di spirito non l’ho visto in azione, almeno per il momento. Spero nei prossimi libri. Inoltre, nel corso della narrazione non si sentono i suoi pensieri, le sue paure, le sue ambizioni. È piatta, piatta, piatta. Anche un personaggio timido deve avere delle motivazioni, delle passioni, perché altrimenti è una noia! 
@Holly Bell su DeviantArt
In particolare poi ho detestato il suo ignorare Thorn, per poi giudicarlo freddamente: poiché è impossibile cancellare l’accordo tra le famiglie, Ofelia non può sottrarsi al matrimonio, perciò tanto vale cercare di legare con il futuro marito, almeno instaurare un’amicizia, un sentimento di fiducia. Non fa neppure questo, e quando sembra che sia lui a mostrare perlomeno una preferenza nei suoi confronti, lei si tira indietro come una molla, oltraggiata che lui provi qualsiasi sentimento per lei.
Sebbene tutti le ricordino che il suo futuro è quello di moglie e madre, senza altre prospettive, Ofelia non si lamenta mai apertamente all’idea; ma se Thorn prova a dimostrarsi incline a quella prospettiva, giammai!! Cioè, non ha molte opzioni a disposizione, o combatteva a prescindere, e quindi accettava le conseguenze del tuo rifiutarti di sposare uno sconosciuto, oppure si adegua e cerca fin da subito di rendersi la vita facile, per se stessa e gli altri, visto e concesso che anche per Thorn si tratta di un obbligo e non di una scelta.
Anche la fievole sfumatura romantica mi ha un pochino delusa. Gli scambi tra i fidanzati si contano sulle dita di una mano, fatto strano visto che la presenza di Ofelia al Polo avviene proprio perché i promessi possano conoscersi un poco prima delle nozze. Io ho capito che personaggio è Thorn, è uno di quelli freddi e insensibili all’esterno (e anche all’interno), e ciò però non significa che non provino nulla. Tuttavia la sua apertura nei confronti di Ofelia arriva da un momento all’altro senza spiegazioni. La seguiva di nascosto? Ha occhi e orecchie di cui non sappiamo? Perché in che altro modo poteva iniziare a tenere a una donna con cui ha scambiato mezza parola in croce? Ripeto, io ho capito che personaggio è, e le intenzioni dell’autrice, ma la riuscita è decisamente poco scorrevole e dubbiosa.
Concordo con chi ha descritto questo primo capitolo come un immenso prologo, e il finale è uno di quelli odiosi, giri la pagina e toh, è finito, ci sono in ringraziamenti! Non si fa, mia cara Christelle. La trama, poi, è uno specchietto per le allodole, perché di elementi fantasy okay, Belle Époque anche, ma di steampunk zero. Citare Twilight o Hunger Games è un triste espediente per attirare i fan di quelle serie, ma se vi aspettate delle similitudini resterete delusi.
In generale, mi è piaciuto, mi è piaciuto moltissimo ma non da farmi chiudere gli occhi su quelli che per me sono difetti. Tuttavia, come sapete, non sto nelle pelle e non vedo l’ora di proseguire la serie. Bello, ma con riserva!
Tre stelle e mezzo
SERIE L’ATTRAVERSASPECCHI
#1 Fidanzati dell’inverno
#2 Gli scomparsi di Chiardiluna
#3 La memoria di Babel
#4 Echi in tempesta

5 commenti:

  1. Io sonoconvinta sia un libro pieno di potenzialità che si andranno a concretizzare negli altri volumi della serie. In effetti definirlo prologo rende a pieno l'idea!

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    1. Anche io sono convinta della stessa cosa! Non ci resta che leggere i seguiti per scoprilo ;)

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  2. Finalmente leggo una recensione completa e molto dettagliata su questo libro che ho sempre lasciato da parte proprio perché troppo chiacchierato e lodato. Davvero una splendida recensione, aspetto quelle dei prossimi libri❤️

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  3. Ciao Rosa! Che dire??! A me questa saga ha rubato un pezzo di cuore, e sono sincera nel dirti che il quarto libro (no spoiler) ha un pò fatto vacillare l'amore che provo per lei. Credo che la Dabos abbia costruito un universo fantastico fuori dal comune e che sia riuscita davvero bene a caratterizzare anche i personaggi, che poi di fatto li vediamo più come contorno alla storia di Ofelia e Thorn. Ci sarebbe così tanto da dire su questa saga che non mi basterebbe un libro, però sono d'accordo sul fatto che il primo volume sia più che altro una lunga introduzione sul panorama completo della vicenda. Ho decisamente preferito il secondo e il terzo, dove anche la parte romantica si sviluppa un pò di più !

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