di Anna Premoli
Newton Compton Editori
Pagine 314
Euro 2,99 (ebook); 9,90 (cartaceo)
Acquistalo su AMAZON
Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?
Diverse settimane fa avevo chiesto consiglio su una lettura romance sulla mia pagina Instagram, e qualcuno mi aveva riportato alla mente questo libro della Premoli uscito nel 2016.
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Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?
Diverse settimane fa avevo chiesto consiglio su una lettura romance sulla mia pagina Instagram, e qualcuno mi aveva riportato alla mente questo libro della Premoli uscito nel 2016.
Confesso: per via dell'illusione ottica delle strisce bianche e nere, la modella sulla cover fotografica ai miei occhi sembrava incinta, ed ero convinta che la gravidanza fosse un elemento caratterizzante della protagonista. Fedele alla mia regola del leggere i libri solo al momento giusto per me, l'avevo accantonato per riprenderlo solo poco tempo fa, appunto, e stavolta dopo aver letto bene la trama mi sono incuriosita a mille per la scoperta che entrambi i protagonisti fossero scrittori.
Aidan Tyler, vincitore del premio Pulitzer, dopo cinque anni dall'ambito riconoscimento non ha ancora scritto una frase che non sia da cancellare tre secondi dopo averle dato vita. In stallo nel classico blocco da pagina bianca, Aidan incontra nella maniera più sbagliata possibile la prolifica Delilah Dee, autrice acclamatissima di romance e, con i suoi dodici romanzi, punta di diamante della collana rosa dello stesso editore. In realtà Delilah è Laurel, una donna diversa da come la case editrice la dipinge alle sue lettrici, e dall'immaginario collettivo di come sia una scrittrice di narrativa rosa: Laurel addirittura detesta i rosa, come colore intendo! Cosa accade quando due persone diverse per testa e carattere si trovano legate da un ingarbugliato filo comune?
La storia segue tutte le tappe fondamentali del rosa per eccellenza, da un non sopportarsi al doversi frequentare per forza di cose maggiori, Aidan e Laurel si scoprono piano piano agli occhi l'uno dell'altra fino a innamorarsi, il tutto con il valore aggiunto di un'ironia leggera, intelligente e quindi poco prevedibile, che mi ha regalato ore spensierate e divertenti. Personalmente ho amato che i personaggi fossero scrittori, ognuno con il proprio metodo di scrittura, le convenzioni e i pregiudizi di genere. Eh già, perché uno dei temi cullati dal romanzo è proprio la diffusa svalutazione del genere rosa come sottocategoria per casalinghe annoiate e infelici. C'è qualcosa di svilente nel cercare di dividere in classi, nell'etichettare un genere letterario come elevato o plebeo, proprio perché a mio avviso la lettura dovrebbe avvicinare, unire, conoscere e diffondere. Eppure è così, basta dire che ti piace leggere romance o che sei una scrittrice di romance, e la reazione tipica è: "Allora sei una persona romantica e sognatrice, credi ancora nel principe azzurro"... come se essere romantici o sognare a occhi aperti o credere nell'amore possa essere una nota di demerito. Lo svilimento raggiunge bassezze inaudite quando ti dicono che “è normale che tu scriva qualcosa che solo le femmine posso apprezzare” o “scrivere una storia d'amore è talmente facile, talmente banale”
Primo: scrivere non è facile, ed è una verità fondamentale che vale per qualsiasi genere.
Secondo: provateci voi a scrivere un rosa. A non cadere nell'insta-love, nel cliché, nello sdolcinato, nella faciloneria. Provate a creare personaggi tridimensionali e a spiegare con parole nuove un'emozione antica, universale e misteriosa come l'amore. Provateci, e poi fateci leggere e giudicare.
Ecco perché, sorvolando le polemiche inutili, sposo in tutto e per tutto il concetto proposto dalla Premoli: fatevene una ragione. Noi lettrici amiamo il romance in tutte le sue sfumature, chick-lit, dark, erotico, e così via. Ci piace. Lo compriamo. Il rosa vende e non subisce quasi mai battute di arresto. Noi scrittrici donne amiamo scrivere rosa (e i thriller e i fantasy, i noir e la saggistica, eccetera, eccetera). Prima di giudicare il nostro lavoro, il genere o un romance (e ciò vale come regola generale) fate conoscenza di quello che state criticando. Leggete, e se anche così non vi sta bene, de gustibus non est disputandum, ma fateci il favore di non rompere le p***e.
Aidan Tyler, vincitore del premio Pulitzer, dopo cinque anni dall'ambito riconoscimento non ha ancora scritto una frase che non sia da cancellare tre secondi dopo averle dato vita. In stallo nel classico blocco da pagina bianca, Aidan incontra nella maniera più sbagliata possibile la prolifica Delilah Dee, autrice acclamatissima di romance e, con i suoi dodici romanzi, punta di diamante della collana rosa dello stesso editore. In realtà Delilah è Laurel, una donna diversa da come la case editrice la dipinge alle sue lettrici, e dall'immaginario collettivo di come sia una scrittrice di narrativa rosa: Laurel addirittura detesta i rosa, come colore intendo! Cosa accade quando due persone diverse per testa e carattere si trovano legate da un ingarbugliato filo comune?
All'improvviso delle sue lettrici non m'interessa niente. Anzi, non mi interessa nemmeno dei miei lettori. L'unica cosa di cui ora mi importa è questo momento. E non perché potrebbe essere di qualche utilità per un mio romanzo futuro, ma perché conta per me, l'uomo e non lo scrittore. L'unico problema è che non so proprio come dirglielo, come comunicarle tutto quello che mi passa per la testa.
La storia segue tutte le tappe fondamentali del rosa per eccellenza, da un non sopportarsi al doversi frequentare per forza di cose maggiori, Aidan e Laurel si scoprono piano piano agli occhi l'uno dell'altra fino a innamorarsi, il tutto con il valore aggiunto di un'ironia leggera, intelligente e quindi poco prevedibile, che mi ha regalato ore spensierate e divertenti. Personalmente ho amato che i personaggi fossero scrittori, ognuno con il proprio metodo di scrittura, le convenzioni e i pregiudizi di genere. Eh già, perché uno dei temi cullati dal romanzo è proprio la diffusa svalutazione del genere rosa come sottocategoria per casalinghe annoiate e infelici. C'è qualcosa di svilente nel cercare di dividere in classi, nell'etichettare un genere letterario come elevato o plebeo, proprio perché a mio avviso la lettura dovrebbe avvicinare, unire, conoscere e diffondere. Eppure è così, basta dire che ti piace leggere romance o che sei una scrittrice di romance, e la reazione tipica è: "Allora sei una persona romantica e sognatrice, credi ancora nel principe azzurro"... come se essere romantici o sognare a occhi aperti o credere nell'amore possa essere una nota di demerito. Lo svilimento raggiunge bassezze inaudite quando ti dicono che “è normale che tu scriva qualcosa che solo le femmine posso apprezzare” o “scrivere una storia d'amore è talmente facile, talmente banale”
Primo: scrivere non è facile, ed è una verità fondamentale che vale per qualsiasi genere.
Secondo: provateci voi a scrivere un rosa. A non cadere nell'insta-love, nel cliché, nello sdolcinato, nella faciloneria. Provate a creare personaggi tridimensionali e a spiegare con parole nuove un'emozione antica, universale e misteriosa come l'amore. Provateci, e poi fateci leggere e giudicare.
Ecco perché, sorvolando le polemiche inutili, sposo in tutto e per tutto il concetto proposto dalla Premoli: fatevene una ragione. Noi lettrici amiamo il romance in tutte le sue sfumature, chick-lit, dark, erotico, e così via. Ci piace. Lo compriamo. Il rosa vende e non subisce quasi mai battute di arresto. Noi scrittrici donne amiamo scrivere rosa (e i thriller e i fantasy, i noir e la saggistica, eccetera, eccetera). Prima di giudicare il nostro lavoro, il genere o un romance (e ciò vale come regola generale) fate conoscenza di quello che state criticando. Leggete, e se anche così non vi sta bene, de gustibus non est disputandum, ma fateci il favore di non rompere le p***e.
Tre stelle e mezzo |
Parole sante! La suddivisione della letteratura in libri di serie A e libri di serie B contrasta con la funzione delle storie, che servono - tutte e comunque - ad per arricchire l'animo umano di "qualcosa". Che qualcuno si senta in diritto di creare una gerarchia mi sembra assurdo.
RispondiEliminaPurtroppo l'unico atteggiamento che possiamo usare contro chi decide di mettersi a classificare è sbattersene i cosiddetti 😁😎
EliminaTutto giusto, e, come te, ho adorato questo libro! La Premoli mi piace sempre, ma in questo caso ha avuto una marcia in più!
RispondiEliminaQuanto al resto, ti ho già detto la mia. Dovremmo iniziare a gridarla a gran voce! ^_^
Bacio, TesoRosa!
Decisamente in più! 😍😎
EliminaAh ecco! Mi ricordavo la copertina e il titolo non mi era nuovo! Anche io pensavo che la ragazza fosse incinta ahah
RispondiEliminaMi consola non essere l'unica ad averlo pensato! 🤣😂
Eliminami piace tantissimo la premoli. ho letto quasi tutti i suoi libri e ogni volta mi conquista. qualcuno è più bello ma tutti ugualmente ppiacevoli.
RispondiEliminaIo ormai la tengo in riserva per quando voglio un romance leggero ;)
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