«Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali» miagolò Zorba.
La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L'umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi.
«La pioggia. L'acqua. Mi piace!» stridette.
«Ora volerai» miagolò Zorba.
«Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono» stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra.
«Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo» miagolò Zorba.
(...)
«Sull'orlo del baratro ha capito la cosa più importante» miagolò Zorba.
«Ah sì? E cosa ha capito?» chiese l'umano.
«Che vola solo chi osa farlo» miagolò Zorba.
21 aprile 2020
Briciole #129
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Vorrei lasciare un commento sensato, ma ci sono solo cuori e lacrime, tra questo estratto e la morte di Sepùlveda.
RispondiEliminaSono con te, Kate <3 <3 <3 Non ho potuto rileggere l'ultima parte del libro, avevo le lacrime agli occhi. E neppure la trasposizione sono riuscita a finire di guardare.
EliminaUna storia per bambini che non è solo per bambini, e me ne sono resa conto solo dopo ciò che ho affrontato negli ultimi due anni <3
Una storia così tenera. E ricordarla oggi beh... mette un po' di tristezza...
RispondiEliminaTantissima tristezza <3 <3 <3
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