30 dicembre 2020

Parliamo di...Bridgerton (serie Netflix)

Ben ritrovati, lettori! Oggi voglio spendere con voi i miei due spiccioli di opinione sulla chiacchieratissima serie Netflix Bridgerton, uscita il giorno di Natale e tratta dalla serie omonima di Julia Quinn. La serie letteraria conta otto romanzi e racconta le vicissitudini amorose dei quattro ragazzi e delle quattro ragazze Bridgerton.
Questa prima stagione è incentrata sul primo libro, Il duca e io, di cui vi avevo parlato QUI in occasione della riedizione della Mondadori; io l’ho vista in due trance assieme alla mia little sister, e tra poco vi dirò i motivi per cui mi è (ci è) piaciuta. ATTENZIONE SPOILER!

Prima però voglio togliermi dei sassolini dalle scarpe. In questi giorni tutti hanno parlato dei Bridgerton, e al di là dei gusti personali, che rispetto anche se diversi dai miei (e ci mancherebbe altro!), ho letto anche recensioni campate per aria. Spacciare per critica costruttiva ciò che è un semplice parere personale è qualcosa che mi ha fatto saltare spesso e volentieri la mosca al naso. La chiunque ha espresso il proprio parere e tutti gli altri dietro in fila indiana, senza avere una minima idea di cosa si stesse parlando.   


“Non rispetta la fedeltà storica del periodo”, varianti et similaria.

Questa è la lamentela principale che ho sentito dire/scrivere da chiunque, anche da gente che non distingue il regency dall'età vittoriana, figurarsi la storia italiana, ma che tutto a un tratto è diventata esperta delle usanze del Ton del 1813 solo perché ha visto Downton Abbey e gli sceneggiati della BBC. Se desiderate uno spaccato fedele storicamente in termini politici, sociali ed economici dei primi anni del 1800 in Inghilterra, leggete un libro di storia o guardate un documentario di Alberto Angela. 
Bridgerton non si guarda per sapere come si viveva davvero nell’epoca regency, la serie (e ciò vale tanto per i libri quanto per la trasposizione) è dichiaratamente una serie romance, un rosa storico, un historical romance. 
Il focus è sulle relazioni amorose intrecciate dai protagonisti e tutto il corollario di amicizie, matrimoni, tradimenti eccetera. Spiegare o raccontare quale fosse la politica del tempo, o perché si usassero determinate acconciature, tessuti, perché si ascoltasse quella musica o vedete voi non è lo scopo dei Bridgerton. Quindi criticare la mancata fedeltà storica è inutile, perché riportare la fedeltà storica non è mai stato l’obiettivo dei Bridgerton

“Non la scelta di attori di colore nei panni dei nobili è un obbrobrio, insensato e fastidioso.” 

Questa è una osservazione che mi fa incazzare di brutto, perché non si alza solo da persone bianche e privilegiate, ma è un’opinione generalizzata che rilancia l’obiezione “non è accuratamente storico” come se si parlasse di alta cultura. Potevo accettare che si criticassero le doti recitative dell’interprete o la distorsione del carattere di un personaggio; tuttavia il costrutto che nella nobiltà inglese non esistessero persone di colore non è una ragione valida per non ingaggiare attori di colore (o asiatici o trans o vedete voi) per impersonare quei ruoli in film, serial o trasposizioni teatrali nel 2020, quasi 2021. 

Tenendo conto del punto precedente, dove la fedeltà storica non è rispettata apertamente e intenzionalmente dai creatori, trovo giusto e naturale offrire spazio a coloro a cui la storia ahimè non ha concesso la libertà di occupare quei posti nella realtà. Ruoli che nemmeno al giorno d’oggi si è riusciti a ricoprire (Meghan Markle docet). E non parlate di politically correct, per favore, perché non c’entra nulla! Accettiamo mondi di fantasia, l’esistenza di realtà abitate da elfi, gnomi, maghi, babbani, alieni, robot, ma non sia mai che si metta un uomo di colore come interprete di un ruolo socialmente e storicamente sempre adottato dai bianchi. Scandalo!!! 
La scelta di personaggi interpretati da una PoC (person of colour) non influenza l’andamento della storia; tant’è che nessuno ha battuto ciglio alla prospettiva che un duca nero sposasse una nobile bianca. Al contrario, il visconte Anthony Bridgerton sarebbe stato denigrato da ogni membro dell’alta società se si fosse presentato a un ballo accompagnato da una cantante da quattro soldi, troppo povera e socialmente in basso rispetto a lui. 
Tra l’altro, la scelta inclusiva del cast si inserisce a meraviglia in quella produzione di nicchia, almeno in Italia, dei diverse historical romance: rosa storici che hanno protagonisti personaggi di differente etnia, classe e orientamento sessuale. 

“È trash, grottesco, c’è troppo pastello, inguardabile!” 

Non so cosa avete visto voi, ma io Simon, Anthony e gli altri non li ho visti vestiti di lillà, verde pisello o giallo canarino. Le Featherington indossavano abiti dai colori improbabili anche nei libri, e Daphne veste di chiaro perché le sta un incanto! Tutti curiosi e fissati dell’armocromia (lo so che li avete lette quelli articoli, non negate!), ma poi se si mette in pratica quell’arte, ecco che è noiosa e tutta uguale e toglie la sospensione della realtà. 
La scelta dei costumi, delle luci, della fotografia è festosa, luminosa, perché è quella la chiave di lettura che si è volutamente scelto di dare alla storia. Si può apprezzare o meno, ma non in nome di quell'attinenza storica che non esiste in partenza.
Ognuno di noi, e parlo di scrittori, fotografi, disegnatori, tatuati, chiunque lavori nell’arte sa bene che si sceglie un registro stilistico unico, originale o personale e particolare, così che si possa raccontare ad esempio la stessa trita e ritrita favola di Cenerentola in mille e più varianti, focalizzandosi di volta in volta sulla magia, sull’amore, sulla crescita, rendendola più dark o cartonizzandola. I creatori dei Bridgerton, regista e sceneggiatori e scenografi hanno scelto quel mood per rappresentare la storia immaginata da Julia Quinn, e ciò non la rende grottesca o trash in maniera oggettiva. Così come le pellicole di Baz Luhrmann sono eccentriche, visivamente brillanti e sature, così i Bridgerton sono eleganti, romantici e pastellosi.
Trovo invece originalissima e dieci punti sopra l'uso di canzoni pop di Taylor Swift, Ariana Grande, Shaw Mendez, Maroon 5 in chiave classica! Ascoltare Bad guy di Billie Eilish in quel contesto è stato sorprendente!!! Se non ve ne siete accorti, QUI potete ascoltare la soundtrack ufficiale.

“C’è troppo sesso!” o “Troppi culi in vista!” 

Queste mi hanno fatto ridere, giuro. Esiste un’incalcolabile quantità di nudi femminili in film e serie tv, nessuno si è mai lamentato per due inquadrature di tette, ma per un deretano maschile apriti cielo, e parte proprio dalle donne! Io la vedo come l’oggettificazione dell’uomo che finalmente si mette in pari con quella femminile. 
Comunque, il sesso più o meno esplicito è un aspetto presente in maniera esponenziale anche nei romanzi, e in generale nei romance storici moderni, quindi da amante dei libri pretendevo ci fosse e sono contenta che lo abbiano inserito. Ma poi, cosa pretendevate che facessero Daphne e Simon durante la luna di miele, una partita a scacchi in riva al mare? (dieci punti a chi coglie la citazione). Cosa credete che abbiano fatto Elizabeth Bennet e Fitzwillam Darcy una volta sposati? 

Perché la serie Bridgerton mi è piaciuta? 

Perché per la prima volta ho ritrovato sullo schermo le stesse dinamiche che i lettori di historical romance conoscono a menadito. I balli, gli inviti a cena, la Stagione londinese, le passeggiate, i carnet, gli incontri segreti voluti o per caso nei giardini notturni, i duelli, gli scambi di ben educate frivolezze, i matrimoni combinati, i libertini, le donne di malaffare, gli incontri dalla modista, i tè, i ricevimenti degli ospiti… per la prima volta tutto questo è raccontato per una storia d’amore. 
La narrazione principale è la storia d’amore tra Daphne Bridgerton e il Duca di Hastings. Non gli intrighi di famiglia, di corte. La love story. 
Ho letto recensioni che paragonavano la serie a un romanzo di Jane Austen in un mix con Gossip Girl. Di GG ho visto solo alcune puntate sparse, ma immagino che si riferiscano all’influenza del chiacchiericcio delle cronache di Lady Whistledown, che nei romanzi non è così pesante come nella serie tv; mentre il paragone alla Austen, scusate il cinismo, ma è l’unico possibile da parte di persone che sono rimaste ferme al 1800, che non immaginano che la produzione letteraria è continuata, che il rosa storico é prolifico e moderno e ignorano nomi come Kathleen E. Woodiwiss, Georgette Heyer, Johanna Lindsey, Mary Balogh, Eloisa James, Lisa Kleypas e tante, tantissime altre. Autrici che in Italia generalmente arrivano grazie ai romanzi da edicola. Sorpresi, eh? 

Mi è piaciuta l’interpretazione di Daphne e di Simon, ho trovato la coppia affiatata ed emozionante. Forse la rivelazione finalissima di Simon l’ho trovata un po’ tirata per le lunghe, ma non me ne lamento. 
Nodo tostissimo e che nessuno ha affrontato (forse perché la maggior parte delle critiche sono una copia precisa e sputata l’una dell’altra?!?) e che ho visto trattato solo su alcune testate straniere è la scena di sesso in cui Daphne ribalta Simon sulla schiena tenendolo giù fino a costringerlo a venirle dentro, in modo da restare incinta. 
In verità la scena è molto controversa anche nei libri, poiché nelle pagine Simon è alterato dall’alcol. Ho letto la parola “stupro”, perché a parti invertite avrebbe avuto un forte impatto. Non sono solo le donne a essere violentate, e qui nulla da dire. Come espediente narrativo, Julia Quinn non ha inventato nulla di nuovo, nel senso che ci sono altri romanzi in cui l’eroina costringe la controparte maschile ad avere un rapporto sessuale o mente sulla contraccezione per rimanere incinta di un bambino (persino la SEP l’ha usata due volte). 
Credo che questa potrebbe essere un’opportunità per riflettere ed educare sulla questione, più che mai attuale, sul consenso sessuale in una relazione stabile. Personalmente, non credo che Daphne violenti Simon. Prendendo l’iniziativa in quella maniera, Daphne smaschera le menzogne del marito; vi ricordo, infatti, che la ragazza non ha alcuna nozione in materia di educazione sessuale, e ciò che impara lo apprende solo da Simon. Quella scena è il modo in cui Daphne rivendica quel sapere che le era stato negato, mostrando a fatti che lei sa della bugia. La mancanza di fiducia, di consenso, è presente in ambo le parti: nell’omissione di Simon che gioca sull’ignoranza della giovane moglie e sull’ambiguità delle parole, e nell’ingenuità di Daphne che preferisce smascheralo con i fatti piuttosto che parlandone apertamente con il marito. 

Parlando degli altri personaggi: sono rimasta un poco sorpresa dalle deviazioni delle storyline di Anthony e Benedict, ma solo all’inizio; avendo letto i loro libri, so bene dove andranno a parare e una regola della costruzione del personaggio insegna che bisogna demolire prima di ricostruire. Alla prima puntata Anthony non è assolutamente pronto per vestire i panni del visconte, così come Benedict non ha ancora capito cosa volere dalla vita, il loro cammino è solo all’inizio. Ho avuto il timore che cambiassero la sessualità di Benedict, ma ci ho pensato e non credo che sarebbe male, eheh. Colin invece l’ho trovato più inquadrato di quanto non appaia nei romanzi, ma immagino che si scioglierà durante il Grand Tour. Grande rivelazione il duo Penloise! Eloise nei primi tre romanzi è un personaggio marginale, così come Penelope, quindi conoscerle è stato una bella novità. 
Inventata ma che si inserisce come indicazione del futuro di una Bridgerton sono i risvolti portati da Marina Thompson, e quando mi sono informata… chapeau, Shonda, chapeau. 

Il mio timore era che la serie perdesse quell'ironia e leggerezza che caratterizza la scrittura della Quinn, tuttavia ho trovato un buon mix di minimo drama, leggerezza e intrigo, che rendono i Bridgerton una serie godibile e appassionante. Lo dico con cognizione di causa perché mia sorella non ha mai letto un historical romance (per quanto ci abbia provato a costringerla), e si è innamorata all’istante della storia. Anche se suppongo che siano state le capacità di pulire un cucchiaino di Simon a convincerla xD 

Lo spoiler finale sulla vera identità della Whistledown mi ha scioccato, perché non ho letto il quarto libro e perché le mie ipotesi miravano a tutt’altro personaggio. Però sono sicura che un dettaglio minuscolo sia sfuggito a tutti, e solo che ha letto i libri l’ha riconosciuto. Avete capito di cosa sto parlando? 

Per maggiori info sulla saga letteraria, vi lascio l'ordine di lettura dei titoli e le mie recensioni:

SERIE BRIDGERTON 
#4 Un uomo da conquistare 
#5 A Sir Philip con amore 
#6 Amare un libertin
#7 Tutto in un bacio 
#8 Il vero amore esiste


Se siete arrivati a leggere tutto il mio papiro, vi ringrazio e vi invito a dire la vostra nei commenti! Alla prossima! 

10 commenti:

  1. Ciao Rosa! Non ho ancora visto la serie ma ho tutta l'intenzione di farlo e di recuperare i romanzi proprio in vista della tua challenge!
    Per quanto riguarda quei sassolini nella scarpa che ti sei tolta... mi trovo d'accordo in tutto quello che hai detto. u.u

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    1. Sei d'accordo con me anche dopo aver visto la serie tv? ;D

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  2. Volevo leggere i libri prima di iniziare a guardare la serie ma alla fine non ho resistito XD
    Le puntate che ho visto mi sono piaciute molto e adesso non vedo l'ora di recuperare anche i libri ❤️
    Per quanto riguarda le critiche non mi stupiscono purtroppo, sono le solite che vengono rivolte ai romance in generale, a darmi fastidio è il senso di superiorità con cui vengono fatte😪 oltre che la mancata comprensione di quello che si sta guardando 😅
    Per quanto riguarda la scelta del cast, davvero vogliamo ripetere le stesse discriminazioni del 1800?

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    1. Ho visto che i romanzi ti hanno conquistata ;)
      Incapacità di capire ciò che si guarda/legge/fruisce, superiorità da intellettualoidi... tutte cose che mi danno il nervoso D:
      Appunto! Che male c'è nel cambiare le carte in tavola?

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  3. Rosa questo post è bellissimo e io condivido tutto! Non amo leggere historical romance, ma ho adorato, tantissimo, questa serie! Non ho notato tutte le critiche perché mi è piaciuto anche il fatto di poter apprezzare finalmente una storia regency. Lo snobismo generale non mi sorprende, soprattutto riguardo a un romance.
    Ho apprezzato tantissimo leggere i tuoi chiarimenti e sono curiosissima di vedere le prossime stagioni

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    1. Grazie, Chiara! <3
      Anche io sono curiosa di vedere le prossime stagioni (Anthonyyyy *w*).

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  4. CONDIVIDO TUTTO!
    Io ho adorato questo "universo alternativo" in cui le persone nere possono benissimo essere nobili. Ne parlavo tempo fa con altre persone: ok che storicamente non è accurato, ma siamo nel 2021 ed è giusto che tutti abbiano l'opportunità di interpretare ruoli diversi. Sulle tonalità degli abiti la gente non dovrebbe nemmeno commentare. Niente è scelto a caso e non è importante solo il modello dell'abito, ma anche appunto i colori perché in base a quelli si riescono a trasmettere determinati messaggi. In questo caso mi pare evidente: colori pastello = delicatezza, romanticismo, ecc. Per non parlare del fatto che i vestiti devono stare bene anche con la carnagione degli attori LOL. Ma davvero si lamentano?
    Riguardo quella scena tra Daphne e Simon... per me è violenza e mi ha lasciato basita, ma siamo nell'800, come dici tu Daphne è ignorante sull'argomento e c'è anche da dire che considerare stupro quando si forza il partner a fare qualcosa che non si vuole durante il sesso è una consapevolezza piuttosto recente. cioè oggi c'è gente che ancora non l'ha capito, figuriamoci nell'800

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    1. GRAZIE! :D
      Sìììì, ho letto/ascoltato gente che si lamentava dei toni "troppo pastellosi" Y_Y"
      Esatto, la violenza sessuale nel matrimonio è un tema delicato e difficile a cui non siamo venuti a capo nemmeno adesso, 2021. Figurati allora. Non dovrebbero criticare a scatola chiusa qualcosa perché c'è una scena di violenza (e tutti quei film/serie tv in cui ci sono stupri durante le battaglie, per dire?), ma fermarsi a riflettere sul motivo per cui si è messo in scena tale argomento. Aprire un dibattito, un confronto, per crescere. Chiedo troppo?

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