Happy Monday, lettori! Cominciamo nel migliore dei modi la prima settimana di Aprile con un Release Party! Esce oggi infatti A Second Life, il romanzo di esordio di Alice Elle. Io ho avuto modo di leggerlo in anteprima e vi posso dire che è un romanzo che conquista il cuore poco a poco. Veramente uno splendido esordio! Per festeggiare al meglio questa nuova uscita scartiamo insieme i contenuti speciali che riguardano la storia di Elena e Mikhail: prologo, booktrailer e giveaway con copia cartacea del romanzo. Siete pronti?
A Second Life
di Alice Elle
Self-publishing
Genere Contemporary Romance
Una telefonata ha distrutto il matrimonio perfetto di Elena. Una sola frase è bastata perché l’amore per il marito si trasformasse in una ferita infetta, un peso insostenibile che la trascina a fondo.
L’unica soluzione sembra prendere un aereo e partire, mettere centinaia di chilometri tra se stessa e una realtà che non è in grado di sopportare, alla ricerca di una pace che sembra inesorabilmente perduta.
Il destino, però, ha in serbo qualcosa di diverso.
Elena approda in una terra ricoperta di ghiaccio e incontra un uomo che in quel gelo ha nascosto la propria anima, per non dimenticare, per espiare… Gli occhi di ghiaccio di Mikhail la scrutano, la inchiodano, la spogliano di ogni maschera.
Tuttavia, quel ghiaccio brucia più del fuoco e, quando la neve si scioglie, la vita è pronta a germogliare.
L’unica soluzione sembra prendere un aereo e partire, mettere centinaia di chilometri tra se stessa e una realtà che non è in grado di sopportare, alla ricerca di una pace che sembra inesorabilmente perduta.
Il destino, però, ha in serbo qualcosa di diverso.
Elena approda in una terra ricoperta di ghiaccio e incontra un uomo che in quel gelo ha nascosto la propria anima, per non dimenticare, per espiare… Gli occhi di ghiaccio di Mikhail la scrutano, la inchiodano, la spogliano di ogni maschera.
Tuttavia, quel ghiaccio brucia più del fuoco e, quando la neve si scioglie, la vita è pronta a germogliare.
GUARDA IL BOOKTRAILER
LEGGI IL PROLOGO
26 aprile 1986
Nana cercò frenetica qualcosa di colore giallo.
Doveva fare in fretta! Igor era due passi dietro di lei: se non si fosse
sbrigata, l’avrebbe acciuffata e le sarebbe toccato dargli il cambio. E lei
odiava fare la strega! Le piaceva correre e toccare tutti i colori possibili.
Quanto rientrava a casa, la sera, era sempre ricoperta di polvere e sudore.
Quel giorno la mamma non voleva farla uscire,
perché c’erano un sacco di poliziotti che giravano per la città, lavando le
strade con uno strano liquido bianco, ma aveva insistito così tanto che alla
fine l’aveva convinta.
In fondo, sarebbe rimasta nella via in cui
abitava. Tutti i bambini dei dintorni si trovavano lì, perché il viale era
largo e alberato, passavano poche macchine e offriva un sacco di nascondigli
perfetti per i loro giochi.
Eccolo! Un disegno giallo sulla vetrina del
negozio di alimentari, quello all’angolo. Mentre allungava la mano per toccarlo
e gridare: “Libera!”, grosse gocce presero a scendere dal cielo, che si era
scurito all’improvviso.
Nana alzò la testa e aprì la bocca, come faceva
sempre. Le piaceva acchiappare la pioggia con la lingua. Quel giorno, però,
aveva un sapore strano ed era calda.
«Igoooooor! Senti! La pioggia è calda!»
I due amichetti iniziarono a ridacchiare e
presero a spogliarsi. Faceva caldo per essere alla fine di aprile e quelle enormi
gocce tiepide erano troppo belle per lasciarsele scappare.
Quando la madre si affacciò alla finestra,
chiamandola a gran voce, Nana rientrò in casa.
Aveva caldo, troppo caldo.
Iniziò a grattarsi, nervosa, la pelle che si
arrossava e le bruciava.
«Mamma, ho prurito.»
«Chissà dove ti sei rotolata oggi! Vai a
toglierti un po’ di sporcizia di dosso e vedrai che il prurito passa.»
Nana ubbidì, la mamma aveva sempre ragione.
La serata trascorse lentamente, i genitori
parlavano di un incendio, ma a lei non interessava. Si sentiva sempre più
strana, la pelle continuava a bruciare, facendola agitare sulla sedia.
«Nana, cos’hai oggi? Non sei stata ferma un
attimo.»
«Non lo so, non sto bene.»
La madre si alzò da tavola e le mise una mano
sulla fronte.
«Sei un po’ calda, ma non è niente di che. Vai a
letto, vedrai che domani mattina ti sentirai meglio.»
Filò in camera sua e affondò nel materasso, ma
il tessuto le grattava la pelle sensibile. Si girò e rigirò tra le coperte,
fino a ritrovarsi tutta arrotolata nelle lenzuola come una salsiccia, poi
finalmente si addormentò.
Il giorno dopo l’atmosfera in città era
completamente cambiata.
Dalla finestra, Nana fissava gli elicotteri che
volavano sopra le case e i soldati che marciavano per le strade.
I genitori si muovevano nervosi per casa,
spostandosi da una stanza all’altra.
«Deve essere successo qualcosa alla centrale.
Non c’è altra spiegazione.»
Il padre uscì e tornò dopo poco.
«Hanno dato l’ordine di evacuare la città, si
tratta solo di pochi giorni, quindi dobbiamo prendere lo stretto
indispensabile.»
Alle domande della moglie non sapeva che cosa
rispondere, continuava a scuotere la testa e ripeteva: «Dobbiamo andare.»
Alla fine la mamma si rassegnò e preparò dei
piccoli bagagli, borbottando tutto il tempo.
«Se ce ne andiamo tutti, chissà cosa succederà
qui. Ci distruggeranno la casa!»
A un tratto prese carta e penna e iniziò a
scrivere. Nana si sporse sopra la sua spalla per leggere, mentre si grattava un
braccio. Dalla sera prima, la pelle non aveva smesso un solo istante di
bruciare e si sentiva stanca.
Uomo gentile e caro, non cercare oggetti di valore, non ne abbiamo mai
avuti. Utilizza tutto ciò che ti serve, ma non saccheggiarci la casa.
RITORNEREMO.
Poco dopo erano in strada. Davanti ad ogni
grigio palazzone della sua via, stazionava un autobus. La gente si era
riversata sui marciapiedi e si affollava vicino alle porte dei mezzi. Alcune
persone spintonavano e si agitavano, altre guardavano smarrite verso le proprie
case.
Dopo qualche minuto, Nana e la sua famiglia
riuscirono a salire sull’autobus che era stato assegnato loro.
Quando partirono, schiacciò il viso sul
finestrino, mentre il suo amico Igor piangeva, perché non gli avevano permesso
di portare con sé Pavlov, il suo meticcio.
Osservò gli alti palazzi diventare sempre più
piccoli, gli alberi che iniziavano a mettere le prime foglie primaverili
divennero in fretta puntini verdi, mentre qualcosa le diceva che Igor non
avrebbe mai più rivisto il suo cane, così come lei non avrebbe mai più rivisto
la propria casa.
PARTECIPA AL GIVEAWAY
Il giveaway inizia ora e termina domenica.
L'autrice contatterà il vincitore per accordarsi per la spedizione del romanzo.
Vi è piaciuto questo Release Party? Allora condividetelo e in bocca al lupo!
Grazie Rosa! ♥ Che emozione essere sul tuo blog... *_*
RispondiEliminaAliceeee, è un piacere, davvero!!! *O* Sono emozionatissima per te <3
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