Il portale degli obelischi
(La terra spezzata #2)
di N.K. Jemisin
Mondadori
Pagine 444
Euro 9,99 (ebook); 14,25 (cartaceo)
La Stagione
della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte
senza termine.
Essun
ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster,
sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto
di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare
una Stagione che forse non terminerà mai.
E ora
Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un
obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente
Immoto.
Nel
frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse
approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria
dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà
compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero.
Io. Adoro. Stravedo. Ammiro profondamente. N.K. Jemisin. Se non l’avete ancora letta, fatelo adesso, subito, perché sapere della sua
esistenza e non apprezzarla è una mancanza imperdonabile per un
lettore del 2020. Punto.
Si capisce che Il portale degli obelischi mi è piaciuto, vero?
La Jemisin è un’autrice sci-fi fantasy vincitrice non per
caso di svariati premi, tra cui il Victor Hugo per ben tre anni
consecutivi e proprio con la trilogia La Terra Spezzata.
Il suo nome è comparso sul mercato italiano diversi anni
fa con I Centomila Regni, pubblicato nel 2014 e primo capitolo di un’altra trilogia rimasta
inedita nel nostro paese: l’autrice mi aveva conquistato grazie a personaggi sfaccettati
e un world building maestoso e fantasioso.
A fine 2019 avevo quindi recuperato La quinta stagione, riconfermando il mio alto gradimento nei suoi confronti: in quel libro si pongono le basi per un’avventura nel cuore dell’Immoto attraversato da una terribile Stagione, che scuoterà ogni punto stabile, ogni verità fino ad allora considerata immutabile, eterna. Gli umani vivono per sopravvivere alle Stagioni, epoche in cui l’Immoto e la terra sono instabili e inabitabili, e gli orogeni sono ignobili e pericolose bestie da sottomettere, utili per prevenire una Stagione, ma rifiuti di cui liberarsi durante una di esse.
A fine 2019 avevo quindi recuperato La quinta stagione, riconfermando il mio alto gradimento nei suoi confronti: in quel libro si pongono le basi per un’avventura nel cuore dell’Immoto attraversato da una terribile Stagione, che scuoterà ogni punto stabile, ogni verità fino ad allora considerata immutabile, eterna. Gli umani vivono per sopravvivere alle Stagioni, epoche in cui l’Immoto e la terra sono instabili e inabitabili, e gli orogeni sono ignobili e pericolose bestie da sottomettere, utili per prevenire una Stagione, ma rifiuti di cui liberarsi durante una di esse.
Disprezzo, odio,
violenza e intolleranza sono le armi da cui Essun ha subìto ogni genere di
vessazione fin dall’infanzia. Prima dalla sua stessa famiglia, poi dal Fulcro sotto il
pugno ferro del Custode Schaffa. Non si
è mai sentita accettata, a casa, al sicuro, sempre pronta con il sacco fuga a
sparire non appena la sua orogenia veniva additata come un rischio non più accettabile. Nel viaggio alla ricerca di sua figlia Nassun, Essun si ritrova nella com Castrima, dove sembra che gli orogeni vengano accettati
per ciò che sono e vivino in armonia con gli immoti. Eppure basta un nonnulla per alterare quei fragili equilibri
di convivenza e di cautela che gli umani hanno nei confronti dei rogga, sia pure
di coloro che permettono la mera esistenza della com.
In un clima di
incertezza, Essun cerca di carpire gli insegnamenti di Alabaster, mentore
insopportabile, amico odiato e amore mai apprezzato, insegnamenti che vanno
contro tutto ciò che il Fulcro ha imposto ai rogga. Teorie e pratiche talmente
folli che, se andranno a buon punto, potrebbero non solo far finire la Quinta Stagione,
ma addirittura evitare che si ripetano in futuro.
La Terra è viva. (…) Siamo stati in guerra con il mondo così a lungo che lo abbiamo dimenticato, Essun, ma il mondo no. E dobbiamo metterle fine presto, altrimenti…
Dall’altra parte dell’Immoto invece c’è la piccola
Nassun, alle prese con un padre che non riesce a far convivere nella sua mente
l’idea che ella sia sua figlia e una sporca rogga.
La ragazza è figlia di sua madre, intelligente, dura come ferro e adattabile come acqua, e gli
incontri sul suo cammino saranno momenti di crescita (a volte molto sofferta) che
non solo metteranno a dura prova le sue capacità di orogenia, ma anche il suo cuore.
Nassun è divisa tra odio profondo e amore incondizionato come solo i bambini sono capaci di essere, e ammetto che a volte l’ho detestata, forse perché più di lei
comprendo le motivazioni dietro gli atteggiamenti duri e freddi della madre
Essun.
Un aspetto che mi fa letteralmente impazzire dello stile
della Jemisin è la pazzesca capacità di creare strati su strati all’interno della
storia: crea un worldbuilding complesso e sfaccettato con le proprie regole, la
propria geografia e cultura e religione e linguaggio, e ogni singolo elemento
viene inserito nella narrazione in maniera naturale (non ci sono spiegoni, per
intenderci), cosicché il lettore li
apprenda ma non si renda conto di averli imparati. È così che si diventi
familiari con termini quali orogenia, rogga, sensire, stagioni, mangiapietra e così via.
Su questo sfondo inserisce dei personaggi profondi e talmente
veri da poterli incontrare per strada volendo, e li guida in un percorso a
ostacoli dove non ci sono scelte giuste
o sbagliate, ma solo la scelta che un personaggio come Essun o Ykka o Alabaster
potrebbero prendere. Ogni personaggio è caratterizzato come per magia, comunica
il suo modo di parlare, pensare, il suo atteggiamento in maniere esplicita che
diventano tutti amici o nemici. Io adoro Essun, la sua forza, la sua debolezza, il suo
essere guardinga nonostante la forte spinta ad amare e proteggere e volere e
farsi volere bene.
“Questo mondo ha ospitato due specie, per innumerevoli Stagioni. Tre, se si contano gli orogeni; gli immoti lo fanno.” “Non tutti tra noi sono soddisfatti di questo."
Come se non fosse sufficiente, la Jemisin affronta grandi
tematiche di conflitto, sottomissione, violenza, accettazione che è permettono
un’identificazione nel lettore davvero notevole. In questa serie infatti sono diversi i temi toccati,
dall'intolleranza di razza e del diverso da noi che fa paura e deve essere
eliminato perché sì, alla schiavitù fisica e di pensiero, passando per un’analisi
degli elementi che conducono all’orribile genocidio; siamo in un mondo –
il nostro mondo – di un futuro distopico
e post-apocalittico, eppure le sfide e le emozioni vissuti dai singoli
personaggi sono universali e al cento percento valevoli al giorno d’oggi per
chiunque sia (ancora) bistrattato per il
colore della pelle, per il sesso, per la religione, per la zona di nascita, per
chi ama, per chi si porta a letto, e per ogni qualsivoglia motivo. Per non
parlare poi della forte anima ambientalista che si percepisce nel confitto che
Padre Terra instaura con i suoi stessi figli in un'esistenza che è pura agonia per tutti.
Inoltre la narrazione non è banale grazie all’alternanza
dell’uso della prima e
della seconda persona singolare che crea un’identificazione totale nella storia.
Ho sentito che alcuni lettori si sono lamentati di questo stile, ma io l’ho
apprezzato tantissimo, una novità che aiuta a distinguere l’opera (nonostante
non sia affatto necessario!).
Il portale degli obelischi è il libro di passaggio dall’introduzione
del primo e il grande climax del terzo, e se non fosse stato per le mie
limitazioni di tempo, l’avrei divorato in quarantotto ore! Non è lento o noioso, ma si prende i suoi spazi per
permetterci di conoscere meglio Nassun in primis, e di comprendere gli alleati e
i nemici di Essun, oltre che di capire chiaramente gli schieramenti in campo, e
farci conoscere meglio gli spaventevoli mangiapietra. L’idea di base si delinea
ed è pazzesca e geniale e io non sto nella pelle per poter leggere Il cielo di
pietra. Speriamo di non dover attendere troppo; comunque sia, avrete il tempo
per recuperare i due libri precedenti, e non ammetto scusanti! Imperdibile!!!
Cinque stelle |
LA TERRA SPEZZATA
#1 La quinta stagione
#2 Il portale degli obelischi
#3 Il cielo di pietra (inedito)
Ovviamente concordo in tutto e per tutto, Rosa! Dovremmo fondare un fan club della Jemisin: se lo meriterebbe senz'altro! <3
RispondiEliminaFelicissima che ti sia piaciuto! ^_____^
Cavolo, sì! Un Jemisin's Fan Club con lo scopo di spammare i suoi libri everywhere :D
EliminaNon vedo l'ora di leggerlo *___*
RispondiEliminaAnche se non so tra quanto avrò il tempo ç_ç
Spero tu possa recuperarlo al più presto!!! *o*
EliminaMamma mia che libro (qui la mia recensione). Mi ha scombussolato, mi ha scioccato, mi ha disgustato, mi ha traumatizzato, mi ha fatto ridere, mi ha fatto arrabbiare a volte contemporaneamente.
RispondiEliminaUn mondo terribile che fa emergere il peggio di ogni specie, soprattutto quella umana, così svantaggiata in mezzo a creature misteriose e su una Terra così ostile.
Veramente oscuro e drammatico, mi ha segnato profondamente tant’è che non sono nemmeno riuscita a dargli un voto preciso..
Leggerò sicuramente il secondo, ma accidenti che botta!
Un abbraccio, Rainy
Vedrai, il secondo è anche peggio ^_^
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