Il cielo di pietra
(La terra spezzata #3)
(La terra spezzata #3)
di N.K. Jemisin
Mondadori
Pagine 444
Euro 9,99 (ebook); 15,00 (cartaceo)
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ARC ricevuta dalla casa editrice in cambio di un'onesta recensione
La Luna sta per sfiorare di nuovo l'Immoto. Se porterà la salvezza o la distruzione dell'umanità dipende da due donne.
Essun ha ereditato il potere di Alabaster Diecianelli. Vuole usarlo per ritrovare la figlia Nassun e tentare di costruire un mondo migliore, dando una seconda occasione all'umanità. Ma aprire il Portale degli Obelischi non basta. Bisogna far tornare la Luna.
Nassun ha sperimentato tutto il male possibile ed è giunta a una conclusione che sua madre non accetta: il mondo è troppo guasto per poterlo riparare. Meglio distruggerlo per sempre.
Madre e figlia si ritroveranno l'una contro l'altra nell'ultima, decisiva lotta per la sopravvivenza o la fine dell'Immoto.
ATTENZIONE SPOILER. Non vedevo l’ora di poter leggere il capitolo finale della trilogia de La terra spezzata e scoprire quale sarebbe stato l’esito della guerra silenziosa tra Terra Infame e gli Immoti. La Stagione che stava squassando l’Immoto sarebbe terminata o proseguita all’infinito? Avrei assistito al confronto tra Essun e Nassun?
Purtroppo, devo confessare che questo finale non mi è piaciuto. Ci ho provato, con tutta la buona volontà, ma non è al livello dei primi libri.
Due terzi del libro hanno ammazzato ogni aspettativa ed eccitazione provassi. Benché ci fosse molto da chiarire, l’autrice si perde in una girandola di spiegoni che mescolano fantascienza, magia e orogenia, paragrafi infiniti di descrizioni e termini quasi messi insieme tanto per fare scena che, mi scoccia ammetterlo, mi hanno annoiata. E poi ke reazioni sempre simili dei personaggi: osservare per poi guardare meglio e stupirsi che l’oggetto-la storia-il meccanismo non sono quello che apparivano. Dov’è finita la Jemisin che era riuscita a farmi conoscere un’intera cultura, un’intera storia e civiltà senza nemmeno farmene rendere conto? La parte sci-fi qui prende il sopravvento su tutto, a discapito dei personaggi, della narrazione.
Non ci sono avvenimenti importanti, quelli che muovono la storia da un punto all’altro, che accendono la curiosità di chi legge. Io capisco che in una certa ottica fosse importante parlare di Syl Anagist e delle reazioni di causa-effetto che hanno fatto scoppiare la guerra contro Padre Terra. Lo so. Ma erano davvero necessari tutti quei capitoli in cui Hoa racconta ciò che era accaduto prima, se poi quel prima non serve a granché nell’adesso? Serve a Nassun a capire quello che sta facendo? Serve a Essun a capire meglio il suo obiettivo? Serve a chi legge capire ogni dettaglio del per come, invece del perché?
Ma per una società costruita sullo sfruttamento non c’è minaccia più grande del non avere più nessuno da opprimere.
L’ultimo centinaio di pagine sono quelle dove qualcosa si muove, a fatica ma si muove, verso quel confronto che stavo aspettando fin dai primi capitoli de La quinta stagione: la madre che ritrova finalmente la figlia; tuttavia, quello tra Essun e Nassun è un non-confronto, a questo punto, visto che tutto si consuma e pietrifica in un lampo, in un finale iper-realistico che lascia a bocca asciutta.
Io non sono sicura di quale fosse il messaggio conclusivo dell’autrice, credo solo che qualcosa si sia persa per strada, e il risultato è una non-conclusione, lontana dalle aspettative di chi si è appassionato alla serie. Lontana da quella che si poteva desiderare per i personaggi preferiti e per quelli meno simpatici. Essun scompare nella sopravvivenza di Castima, per riapparire fragile e assieme forte solo nelle ultime pagine. Hoa il mangiapietra, colui di cui volevo davvero sapere di più, invece viene sacrificato a ruolo di narratore distaccato. Il rapporto di Schaffa e Nassun mi ha convinto a metà. E tante domande restano, purtroppo, senza risposte. Una piccola delusione.
Due stelle e mezzo |
LA TERRA SPEZZATA
#3 Il cielo di pietra
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