18 maggio 2014

Recensione: Finestra segreta, giardino segreto - Stephen King

Due dopo mezzanotte.
Lo scrittore Mort Rainey, da poco divorziato, si ritira in preda alla depressione nella sua villa sul lago Tashmore. Il suo isolamento viene tuttavia interrotto dal sopraggiungere di uno sconosciuto che gli sconvolge l’esistenza lanciandogli un’allarmante accusa…
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Finestra segreta, giardino segreto è il secondo dei quattro racconti lunghi che compongono l'antologia intitolata Quattro dopo mezzanotte. I restanti tre racconti li recensirò tutti insieme prossimamente, mentre oggi voglio parlarvi di questo racconto che è quello che mi interessava di più e il motivo per cui ho preso in prestito la raccolta di King. Mi è piaciuto davvero tanto, e se non lo sapete dal racconto è stato tratto il film Secret Window, di cui farò anche un piccolo confronto con il libro. 
Stephen King è un mago nello stravolge la visione della realtà, non facendo capire a noi lettori se quello che vediamo e ascoltiamo accada davvero o sia frutto dell’immaginazione e della presunta pazzia del protagonista.

Morton Rainey è uno scrittore abbastanza famoso che si trova ad un punto morto della sua vita: da poco si è separato dalla amata moglie Amy, che lo tradiva da tempo con un altro uomo, ha dovuto trasferirsi lasciando la sua casa grandissima di Derry, e la cosa peggiore che possa accadere a uno scrittore, ossia la sindrome della pagina bianca, non sembra volerlo abbandonare presto. In preda alla depressione, Morton passa la maggior parte del suo tempo da solo, soffre d’insonnia e riesce a dormire per lungo tempo solo sul divano in soggiorno.
Improvvisamente viene a fargli visita uno stranissimo personaggio che sembra quasi uscito da una romanzo di Faulkner: John Shooter, un uomo dall'accento del sud che indossa un enorme cappello nero da quacchero. Senza giri di parole lo straniero lo accusa del più infamante reato di cui possa macchiarsi uno scrittore: quella di avergli rubato un suo racconto, pubblicandolo e facendolo passare per un proprio lavoro. 

"Lei ha rubato la mia storia", disse l'uomo davanti alla porta. "Lei ha rubato la mia storia e bisogna fare qualcosa. Ciò che è giusto è giusto e ciò che è dovuto è dovuto e qualcosa bisogna fare."

Sulle prime Morton crede che sia uno stupido scherzo e allontana Shooter, credendo che appartenga alla congrega della Rotelle Mancanti. Tuttavia, confrontando il manoscritto che Shooter gli lascia sulla veranda, con il suo racconto, salta subito all’occhio estrema uguaglianza della trama e addirittura della fraseologia.
Stagione di semina di Morton Rainey è identico a Finestra segreta, giardino segreto di John Shooter.
Mort è totalmente scioccato perché mai in vita sua si sarebbe abbassato a rubare il lavoro di un altro scrittore, neanche adesso quando ciò che riesce e produrre è spazzatura, gli è mai passato per la testa una idea del genere. La faccenda si potrebbe risolvere facilmente dimostrando che il suo racconto è stato scritto e pubblicato molto prima di quello di Shooter, ma quest’ultimo sembra voler dimostrare a tutti i costi di essere nel giusto e comincia a minacciarlo pesantemente.
Così Morton trova prima il suo amato gatto nero con il collo spezzato, poi viene avvisato da Amy che c’è stato un incendio che ha completamente distrutto la casa in cui vivevano da sposati. Da qui in avanti le coincidenze si sprecano e i dubbi crescono. E Morton comincia a fare strani sogni, i pensieri e le parole di Shooter diventano suoi, e gli ritornano alla mente ricordi di gioventù, della vita con sua moglie Amy, a cui non pensava da parecchio tempo.

(…) “Perché se le cose stanno come dice lei, allora devo dedurne che sono pazzo. E per questo tipo di pazzia…” Ci fu un sospiro. “Per questo tipo di pazzia, un uomo non ha alcuna giustificazione o ragione per continuare a vivere. ”

Solo alla fine i nodi vengono al pettine, e tutto si chiarisce: il cappello, le sigarette, l’accento, il nome di Shooter, la macchina da scrivere con  cui è stata stampato il suo manoscritto, tutto si collega alla vita di Rainey, alle persone che ha frequentato, alle colpe e ai peccati che ha commesso restando impunito.
King però non vuole darci nessuna conferma finale: se Shooter era un personaggio creato dalla mente dello scrittore Morton Rainey, un modo per fare ciò che non avrebbe mai fatto coscientemente, come si spiega allora quell'ultimo inquietante bigliettino trovato da Amy? E se Shooter fosse stato un personaggio di fantasia divenuto in qualche modo reale, vivo? O forse era semplicemente un fantasma, stando all'unico testimone, probabilmente inaffidabile, che l’ha visto, o crede di averlo visto? Non lo sapremo mai per certo.


Secret window è l'adattamento cinematografico del 2004 diretto da David Koepp, con protagonista Johnny Depp, John Turturro e Maria Bello.

Il film è davvero ben fatto, fedele al romanzo per la maggior parte della trama, e con un crescendo di suspense che coinvolge lo spettatore fino alla fine. Johnny Depp è un ottimo attore e riesce a dare credibilità al personaggio attraverso i piccolo dettagli, come dei piccoli tic o i capelli sempre arruffati. I suoi pensieri, che nel racconto sono scritti in corsivo, nel film vengono riportati dalla voce fuori campo, e contribuiscono a farci entrare nella testa del personaggio.
Anche John Shooter è reso benissimo sullo schermo da John Turturro, e sentirlo parlare con l’accento del sud degli Stati Uniti è un particolare del racconto che leggendo il libro è difficile da immaginare.

Mi è piaciuto molto l’uso visivo del concetto dello specchio, con l’inquadratura che passa attraverso il riflesso dello specchio stesso posizionato nel soggiorno, come a far capire allo spettatore che quello che accade non è la realtà, ma il mondo visto con gli occhi e la mente di Morton/Shooter. Infatti la scena più importante del racconto secondo me è proprio quella dove, pur essendo solo in casa, Morton è convinto che nel bagno si nasconda Shooter, addirittura lo vede riflesso nello specchio posto sopra il lavandino, appena un attimo prima di colpirlo con un attizzatoio. Un escamotage del suo subconscio per metterlo di fronte alla verità che non vuole e non può ancora capire.
Bellissima anche la scena verso il finale in cui Morton prende coscienza del fatto che Shooter non è una persona reale, ed è in balia dei suoi pensieri caotici e contrastanti.


Devo dire inoltre che mi sembra che nella trasposizione cinematografica si dia più importanza alla relazione conflittuale tra Mort e Amy, rendendola la causa scatenante della pazzia dello scrittore, mentre nel racconto si evince che lo sbroccamento di Morton è un susseguirsi di cause diverse, tra cui il divorzio è solo una delle tante.

Il finale invece si ispira chiaramente al finale dei due racconti scritti da Morton/Shooter. Non vi spoilero nulla, ma devo dire che ho amato sia il racconto sia il film, e mi sono piaciuti sia il finale di Stephen King sia quello scelto dal regista. Consigliati entrambi. Stephen King ha colpito ancora ;D 

Quattro stelle



9 commenti:

  1. Ho visto solo il film, per ora...ma wow!
    Poi vabbè con johnny xD bella recensione, serviva poco a convincermi a comprare il libro in realtà xD aspetto quella degli altri racconti;) zio Steve è zio Steve!:D
    Cia Rosa:)

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    1. Grazie Eddie...beh si, se ami King questo non ti deluderà ^-^

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  2. oddio faccio schifo, non ho mai letto nulla di King D: quest'estate mi rimbocco le maniche e giuro che inizio qualcosa! Poi mi hai incuriosito tantissimo con questo *_*

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    1. Beh, io ho cominciato a leggere King partendo proprio con i suoi racconti ^o^ Questa è una raccolta davvero bella per iniziare, altre che sono altrettanto invitanti sono "Incubi e deliri" e "Notte buia, niente stelle"..fammi sapereee ;)

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  3. Ho visto il film perchè Johnny è uno dei miei attori preferiti e mi è molto piaciuto. Non conoscevo il libro da cui è stato tratto però, anche se ho letto vari libri di King...:)

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    1. Ciao ^.^ il film è davvero bello, anch'io non sapevo che fosse stato tratto da un racconto di King...meno male che esiste wikipedia eheheh >-< infatti spulciando sulle info sul film ho saputo dell'esistenza dell'antologia ;)

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  4. ma sbaglio o era il contrario? "Stagione di semina" di Shooter e "Finestra segreta giardino segreto" di Raney? Comunque ho amato entrambi e la frase di Morton alla fine del film che parla dell'importanza del finale dice tutto e farlo appunto finire in modo diverso rispetto al racconto è stato un colpo di genio e una bella sorpresa! Viva King, viva il re! :D

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    1. Uhm, sai che non mi ricordo? >.< In teoria dovrebbe essere come ho scritto, però non ho neanche i libro per controllare (era un prestito bibliotecario U.U). Va bene, comunque, anche a me è piaciuto da pazzi il finale del film, è così inquietante cavoli *_*

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  5. Sono giunta a questa recensione proprio perché odio non capire i finali e a quanto pare non lo capiremo mai. La cosa assurda è che ho visto il film molti anni fa e nemmeno me lo ricordo. Sono fan di King da anni ma mi è capitato solo ora di leggere la raccolta e solo verso la fine del racconto mi è venuto in mente il film. Un uomo con un cappello nero in una casa di lago che cerca di uccidere una donna con la forbice.. King è come sempre un mito, non fa mai capire come andrà a finire e confonde. Consiglio sia libro che film e magari me lo riguardo pure

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